Il metodo di formatura
di Cellini, che già era impiegato agli inizi della metallurgia, viene
in genere così denominato , perché egli lo descrive molto bene sia nel
"Trattato della Scultura" che "Nella Vita",
trattando la fusione del Perseo.
Inizialmente l'artista
modella in materiale refrattario sufficientemente poroso un abbozzo
della sua figura di dimensioni più ridotte rispetto alle finali "Magrette
di un dito" come dice il Cellini.
Questo abbozzo che in
gergo è chiamato anima "nocciolo" maschio, è ottenuto con un
materiale chiamato luto o loto, costituito da creta intimamente
frammista secondo la fantasia dell'artefice, sterco di cavallo, cimatura
di panni, corna di castrato bruciate, scaglie di ferro, orina etc. Fatto
macerare a lungo in acqua. Scopo di questa miscela è quello di ottenere
un ammasso facilmente modellabile, che non si crepi durante
l'asciugatura e che dopo la cottura ad alta temperatura risulti
sufficientemente permeabile all'aria ed ai vapori che si sviluppano
durante la colata del metallo fuso.
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